Mulini e Frantoi

Innovazioni, nuovi impieghi e animali insieme a lavoro.

XVIII Secolo

Mulini

Nel 1700 venne costruito un mulino nella località Campo ad opera volontaria dei cittadini di Valleluce, come riporta un documento trovato nell’Archivio di Stato di Caserta. Il Comune di Sant’Elia Fiumerapido infatti, fece parte della Provincia di Caserta fino al 1927 quando fu istituita la Provincia di Frosinone e esso venne incluso. Il complesso veniva gestito da sette diversi mugnai che si alternavano una settimana ciascuno. Un secolo più tardi, nel 1880 la popolazione di Valleluce incrementò fortemente e il mulino non risultò più sufficiente. Si ricorse quindi alla costruzione di un secondo mulino molto più grande e funzionale, a circa un chilometro più a valle. Furono installate due macine, una per il grano e l’altra per il mais. Nel 1905 a circa un chilometro e mezzo venne costruito un terzo mulino ancora più grande dei precedenti, questa volta però venne aggiunta una centrale idroelettrica che serviva a fornire l’energia elettrica per l’illuminazione del centro abitato1.

XIX-XX Secolo

Frantoi

I frantoi, insieme ai mulini, erano considerati dai cittadini di Valleluce alcuni dei luoghi più prediletti. Un tempo nel paese vi erano otto frantoi che venivano azionati tramite la trazione degli animali che solamente erano muli perché robusti e pazienti. Per mettere in funzione il frantoio, veniva attaccata dietro l’animale una stanga di legno lunga tre metri, la quale veniva trainata dal mulo a passo regolare. Le olive da frangere venivano sistemate sul bordo del turn, una costruzione in calcestruzzo alta 80 centimetri situata al centro del frantoio, in modo che il frangitore con la punta di una vanga le potesse far scivolare tra le due moli. Dopo alcuni giri il frangitore raccoglieva il frantumato e lo deponeva nuovamente sul ciglio dove erano state tolte le olive. Al termine della spremitura, l’olio veniva raccolto in un recipiente chiamato zirr. Nonostante queste strutture non vengono più utilizzate, l’olio extravergine di Valleluce continua ancora oggi ad essere un’importante risorsa della frazione, molto apprezzato nei dintorni del paese2.