Medioevo

San Bartolomeo il Giovane

Un piissimo ragazzo raggiunge un maestro concittadino in Valleluce.

980-992

Giovinezza e Vocazione

San Bartolomeo, detto “il Giovane”, nacque intorno al 980-981 a Rossano Calabro in una famiglia aristocratica originaria di Costantinopoli con il nome di Basilio. Profondamente attratto dalla vita monastica fin dall’infanzia, all’età di sette anni venne affidato dai genitori ai monaci Bizantini del Monastero di San Giovanni Calibita di Coloveto dove venne istruito. Messo subito sotto la protezione della Vergine, in breve tempo crebbe incomparabilmente nella grazia e nelle virtù. Desideroso di un’ascesi superiore, all’età di dodici anni decise di intraprendere un lungo viaggio prima verso Roma e poi verso la Terra di San Benedetto, all’insaputa dei suoi conoscenti, per poter incontrare la guida spirituale rossanese più famosa e ammirata, ovvero San Nilo, il quale si trovava ad abitare in quel momento nel Monastero di Valleluce1-2.

Foto: Annibale Carracci, Madonna col Bambino tra i Santi Nilo e Bartolomeo, 1600-1608, olio su tela, 254×155 cm, Grottaferrata (RM), Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata, Cappella Farnese.

992-994

Soggiorno in Valleluce

Nel 992, giunse finalmente al Monastero di Sant’Angelo, dove venne calorosamente accolto da Nilo che subito gli si affezionò e lo prese tra i suoi seguaci1-2. Proprio qui, nel 993, l’archimandrita lo rivestì dell’abito monastico e gli impose il nome di Bartolomeo nella cerimonia della vestizione. Si dedicò all’attività amanuense e alla stesura di inni3, accompagnò il santo maestro nei suoi viaggi presso il complesso del Salvatore in San Germano e presso le corti del Principato di Capua1. Inoltre, si ritirò in preghiera presso il Romitorio situato sul Monte Cifalco dove rimase per circa un anno4.

Foto: Domenico Zampieri, Miracolo delle Messi, 1608-1610, affresco, 320×200 cm, Grottaferrata (RM), Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata, Cappella Farnese.

994

Partenza da Valleluce

Dopo circa due anni, a seguito della decadenza spirituale che aveva investito il cenobio di Valleluce, Bartolomeo seguì il maestro Nilo nel suo cammino verso Roma, passando per Serperi e il Monastero di Sant’Agata a Tuscolo. Dopo aver ottenuto dal conte Gregorio un’antica villa romana nei Colli Tuscolani, Nilo fondò il Monastero di Santa Maria di Grottaferrata, aiutato da Bartolomeo che ne completò la costruzione il 17 Dicembre 1024 dopo la sua morte avvenuta il 26 Settembre 1004. Divenuto poi l’erede dell’Ordine Basiliano Niliano, Bartolomeo portò avanti l’opera del suo maestro con numerose e prodigiose imprese. Venne eletto quarto egumeno dai confratelli, divenne il più rinomato innografo del X secolo, scrisse la biografia del santo padre Nilo e la Regola della Badia di Grottaferrata, il “Typikon” (1025)1-2.

Foto: Lastra bronzea commemorativa del Millenario di San Bartolomeo, situata su Monte Cifalco nei pressi del Romitorio.