Santa Maria delle Indulgenze
Lunetta in terracotta
I domini del Monastero di Sant’Angelo.
Dalla sua fondazione fino alla sua chiusura (14431-14612 circa), il Monastero di Sant’Angelo esercitò un importante ruolo economico, spirituale e pastorale all’interno della Terra di San Benedetto. La testimonianza tangibile di questa funzione fu la fitta rete di chiese dipendenti che i Benedettini di Valleluce fondarono in tutto il territorio abbaziale di Montecassino. Molto spesso vennero edificate in luoghi originariamente abitate dai Romani, riutilizzando i materiali delle precedenti strutture. Ognuna di esse era contraddistinta da un incarico specifico3. All'interno della Diocesi di Sora vi erano le chiese di San Paolo e San Valentino, nella Diocesi dei Marsi la chiesa di San Quirico e nella zona di Villa Latina la chiesa di Santa Maria Maddalena. Nella frazione dell'Olivella vi era la chiesa di Santa Croce. Nel territorio di Sant'Elia, invece, vi erano le chiese di Sant'Onofrio e San Nicola. Nella stessa area sono tutt'ora esistenti e aperte al culto le chiese di Santa Maria delle Indulgenze, Santa Maria Maggiore e Santa Maria Palombara. Sul versante Ovest del Monte Raditto a confine con Valvori sono rinvenibili i ruderi della Santissima Annunziata e sul Monte Cifalco i resti dell'Oratorio di San Bartolomeo4.
La chiesa di Santa Maria delle Indulgenze fu fondata all’inizio del IX secolo nella località Casalucense in Sant’Elia Fiumerapido. In questo luogo, i Benedettini usavano recarsi per annunciare al popolo le Indulgenze che venivano concesse di volta in volta. Originariamente la chiesa venne edificata sotto forma di edicola, ma a partire dal XIV secolo venne più volte ampliata e ristrutturata grazie ai fedeli. Nel 1840 vennero aggiunte le due navate laterali absidate mentre nel 1893 la volta e la cupola con i rispettivi pennacchi vennero affrescati dal pittore santeliano Enrico Risi. Nel 1957, grazie all’abate Ildefonso Rea di Montecassino, la chiesa venne arricchita con gli affreschi del pittore bergamasco Giovanni Bizzoni raffiguranti i momenti della vita della Vergine come la Nascita, la Presentazione al Tempio, lo Sposalizio, la Fuga in Egitto e le Nozze di Cana. L’abate inoltre, elevò la chiesa alla dignità di Santuario Mariano Diocesano, il quale dal 1991 è custodito dai Frati Francescani dell’Immacolata5.
Apri Google MapsLa chiesa di Santa Maria Maggiore fu fondata intorno al XII secolo nell’omonima località in Sant’Elia Fiumerapido. Essa fungeva da luogo di sosta per i Benedettini che viaggiavano tra Montecassino e il Monastero di Valleluce. La sua struttura ad aula unica absidata presenta il portale sul lato longitudinale destro, sovrastato da una stupenda lunetta affrescata raffigurante la Madonna col Bambino tra l’Arcangelo Michele e San Benedetto. L’interno è decorato con meravigliosi registri di affreschi votivi di vari secoli, alcuni caratterizzati da uno stile bizantineggiante, ricchi di iconografie sacre6. Il presbiterio possiede degli eccezionali frammenti di mosaico pavimentale pre-cosmatesco in marmi e pietre dure7, antistanti lo straordinario altare in forma originale intatto, risalente alla fondazione della stessa chiesa. La leggiadra scultura lignea della Madonna col Bambino, risalente al XVII-XVIII secolo6, attende attualmente una nuova sistemazione.
Apri Google MapsLa chiesetta di Santa Maria Palombara fu costruita attorno al XII-XIII secolo nella località Croce in Sant’Elia Fiumerapido. Situata al centro di due importanti comunità religiose, Santa Maria Maggiore e la Santissima Annunziata, essa favoriva il raccoglimento spirituale dei fedeli residenti nella campagna. La sua semplice struttura ad aula unica absidata, rispecchia le tipiche caratteristiche delle chiese “rurali”. La facciata a capanna è inquadrata da due contrafforti laterali mentre il portale d’ingresso è formato da due piedritti terminanti entrambi con una mensola. All’interno si aprono cinque finestrelle, una in controfacciata e due su entrambe le pareti laterali mentre in fondo alla parete destra si apre una porta secondaria. Sulla parete in fondo e nell’abside sono concentrati gli affreschi sopravvissuti, probabilmente quattrocenteschi di scuola benedettina, in cui si intravedono figure di Santi in diversi registri sugli svariati strati d’affresco, tra i quali spicca a sinistra la figura della Madonna col Bambino in mandorla8-9.
Apri Google Maps